Le bici degli stayer: uniche
Il ciclista stayer usava una bicicletta del tutto particolare. Il telaio era più corto del normale e, per stare il più vicino possibile alla motocicletta, la forcella era piegata all’indietro con la conseguente adozione di una ruota anteriore di dimensioni ridotte rispetto a quelle normali. Ovviamente venivano adottati rapporti … spaventosi. Il ciclista vestiva normali indumenti da pista con la sola aggiunta di un casco da motociclista.
Le velocità erano spaventose, il rumore delle vecchie moto all’interno del velodromo rimbombava assordante. Il pubblico tratteneva il fiato quando moto e ciclisti si sfioravano nei sorpassi ed emetteva un unanime “ohhhh” di dispiacere quando un ciclista “perdeva il rullo”, cioè si staccava dall’allenatore per poi riaccodarsi perdendo posizioni preziose. Però, forse, il momento più emozionante era quello della partenza. I ciclisti si posizionavano in fila secondo l’ordine di sorteggio, sostenuti dai massaggiatori o dai meccanici. Gli allenatori, pure disposti in fila secondo sorteggio, cominciavano ad inanellare giri a velocità crescente e sapientemente distanziati tra di loro. Allo sparo del direttore di corsa, i ciclisti venivano spinti per far loro vincere l’inerzia dovuta al rapportone. Le moto dovevano poi rallentare, scendendo verso la corda, per consentire ai ciclisti di accodarsi ed iniziare la corsa. Durante il rallentamento le vecchie motociclette emettevano suoni, rumori e scoppi irripetibili: ciack … puf … ciop … pataciak … cof … pof …ciaf. E poi via con la corsa.
Di Gianni Bertoli e Lorenzo Franzetti
da http://www.cyclemagazine.eu/cycle/2013/11/stayer-da-leggenda-nella-scia-degli-uomini-neri
Bicicletta collezione Dagnoni Dari Mec
Molto speciale 😊…